In Italia il concetto di birra artigianale si è diffuso soprattutto da un decennio a questa parte. Una produzione di tutto rispetto, attorno alla quale c’è ancora però un po’ troppa confusione, anche tra gli appassionati.

Le legislazione italiana

A partire dal 2016 abbiamo una definizione legislativa in materia che ha regolato meglio concetti e definizioni. Si parla di birra artigianale quando vengono rispettati tre precisi criteri. La bevanda non deve essere pastorizzata o microfiltrata e la produzione deve appartenere a un birrificio indipendente. L’azienda inoltre non deve mettere sul mercato più di 200.000 ettolitri annui.

Industriale o artigianale?

La birra viene prodotta con malto d’orzo e/o con quello di frumento, in alcuni casi anche con altri cereali maltati. A questi ingredienti di base vengono poi aggiunti il luppolo, il lievito e infine l’acqua. La birra una volta pronta si può bere tranquillamente, ma ha una durata piuttosto limitata. Ed è questo anche che differenzia una birra artigianale da una industriale.

Per prolungare la conservazione della bevanda l’industria si serve di trattamenti come pastorizzazione e filtraggio. Con questo processo i microrganismi contenuti nel lievito vengono resi inattivi. A questo punto la birra ha bisogno di essere filtrata e vengono aggiunti degli additivi conservanti e stabilizzanti. Dopo questi trattamenti è pronta per essere distribuita sul mercato.

Il tipo di birra industriale perciò si differenzia da quella artigianale per le proprietà organolettiche. Nelle seconde i lieviti rimasti attivi all’interno della bevanda la trasformano in un alimento che si evolve con il tempo. Addirittura se la birra lo permette, si può anche lasciare invecchiare in cantina per qualche anno.

Le attrezzature

Nella produzione di birra artigianale le attrezzature impiegate possono essere più o meno sofisticate. In alcuni casi vengono addirittura autoprodotte oppure si acquistano. All’interno del processo rientrano moltissime attrezzature impiegate per ogni singola fase della produzione di birra. C’è il serbatoio di acqua calda, il mulino per malto in grani, la caldaia di ammostamento. E ancora c’è il filtro, con la caldaia di bollitura, il chiller, il fermentatore, il maturatore. Per lo stoccaggio invece non vanno dimenticate le bottiglie e i fusti. Inoltre servono anche vari tipi di riscaldatori, di bruciatori a gas metano o GPL e infine di agitatori.

I corsi e le attrezzature di comefarelabirra.it

Come una qualunque altra produzione artigianale che si rispetti, anche quella di birra non può proprio essere improvvisata. Questo significa avere una salda conoscenza della materia, che sarà utile per accumulare esperienza nel tempo. Inoltre non va assolutamente trascurata una buona attrezzatura di ottima qualità.

Tutti gli strumenti che servono in questo settore si trovano anche online, come ad esempio sul sito specializzato comefarelabirra. Da un lato si trovano i corsi di formazione per la home brewing, tenuti da esperti del settore. Dall’altro alla teoria della formazione si unisce la pratica svolta in laboratorio per ottenere una competenza davvero a tutto tondo. Inoltre anche le stesse attrezzature messe a disposizione di chi partecipa al corso e la consulenza di esperti sono fondamentali. Un’esperienza formativa per tutti coloro che progettano ad esempio di mettersi in proprio e aprire un piccolo birrificio.

Di Elisa

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