Google, dopo aver monopolizzato internet in ogni sua parte e aver stoccato nei propri server dati sulle vite di ogni cittadino mondiale, si sta dedicando anima e corpo ad una nuova avventura, quella della ricerca della fonte della giovinezza.

Il colosso americano ha deciso di finanziare un’ azienda, la Calico, specializzata nell’invertire il processo dell’invecchiamento e allungare la vita umana.

A capo di questo ambizioso progetto c’è Arthur Levinson, già direttore della biotecnologia di Genetech e membro di Apple, che nel 2009 si è dovuto dimettere dal consiglio di amministrazione di Google dopo che la US Federal Trade Commission lo aveva indagato per conflitto di interesse e appiattimento della concorrenza proprio per il suo duplice ruolo nei due colossi del mondo tecnologico. Grazie a Calico, dunque, Levinson può lavorare contemporaneamente per Google ed Apple, superando i veti governativi.

A dare l’annuncio del nuovo investimento in casa Google è stato Larry Page, co-fondadore e amministratore delegato, che dalla propria pagina Google Plus ha dichiarato che potrebbero volerci 10 o 20 anni prima di vedere qualche risultato nella ricerca, ma che comunque attraverso Calico: “crediamo di poter fare buoni progressi in tempi ragionevoli, con obiettivi giusti e grazie a persone giuste”.

Per non preoccupare gli azionisti, anche dopo il fallimento, nel 2011, dell’operazione Google Health, un sistema di cartelle cliniche online personalizzabili, Page ha dichiarato che l’investimento non è massiccio e che il core business di Google non muterà, anzi, evolverà anche nelle abituali direzioni.

Secondo quanto dichiarato in esclusiva al Times la Calico si occupa in particolar modo di ricerca sul cancro, che, sempre secondo Page, se sconfitto, allungherebbe la vita media di tutta la popolazione di almeno 3 anni.

In attesa di saperne di più e sperando che l’operazione Calico sia effettivamente motivata dalla filantropia e non da altre ragioni più subdole, ci si chiede per quale motivo Google abbia voluto aprire una nuova azienda e non finanziare più semplicemente una delle tantissime e capacissime organizzazioni di ricerca sul cancro presenti negli Stati Uniti.

Di Elisa

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