Lo scorso marzo, il coronavirus si è abbattuto anche nei mercati finanziari, come testimoniano i corposi storni avvenuti nei listini azionari ed obbligazionari. Una tempesta, però, dalla quale i mercati, perlomeno attualmente, sembrano aver reagito positivamente. Il rimbalzo avvenuto dai minimi di marzo, supportato dall’enorme liquidità immessa nei mercati dalle banche centrali, è stato piuttosto corposo, mediamente del 25/30%.

Un dato sorprendente se rapportato con quanto avvenuto nel 2008, segnato dalla grande crisi finanziaria causata dai mutui subprime: nei tre mesi successivi allo scoppio della bolla, i mercati fecero registrare un rimbalzo fra il 7 e 10%, un terzo, a conti fatti, di quanto avvenuto in concomitanza con l’avvento dell’emergenza sanitaria. A detta di alcuni esperti, nei prossimi mesi lo scenario potrebbe essere particolarmente volatile, terreno assai fertile per i trader.

L’acquisizione di UBI fa volare Intesa nell’élite europea bancaria

La volatilità, infatti, può essere un volano per ottenere rendimenti interessanti nel breve periodo, cercando di sfruttare le oscillazioni dei prezzi e quanto consigliato dagli esperti del settore, tra i quali spicca anche il portale Topbroker.it. Guardando al mercato italiano, un settore interessante per fare trading nei prossimi mesi potrebbe essere quello bancario.

D’altro canto, la Banca Centrale Europea, ormai da diverso tempo, sta attuando una sorta di moral suasion all’intero settore bancario, al fine di concentrare il numero degli istituti di credito – tramite fusioni ed acquisizioni – per consolidare il sistema e renderlo più resiliente alle ripetute crisi avvenute negli ultimi anni. L’emergenza sanitaria, infatti, fa seguito alla già citata “bolla dei mutui subprime” e a quella che ha colpito il debito sovrano di una parte consistente dei paesi dell’area €uro.

L’Italia, in tal senso, sembra aver colto per prima l’esigenza di consolidare il proprio sistema bancario, anche se, nel caso specifico, non si è trattato di una fusione o di un’acquisizione amichevole. L’OPSA lanciata da Banca Intesa su UBI Banca, che ha consentito all’istituto torinese di acquisire quello bergamasco con oltre il 90% delle adesioni, è stato solo la prima mossa del cosiddetto “risiko bancario”, atteso dagli analisti, a dire il vero, ormai da qualche anno.

Una maxi-acquisizione che consentirà a Ca de Sass di diventare il terzo gruppo bancario europeo per capitalizzazione in Borsa, il settimo in assoluto per quanto concerne la redditività, prevista per una cifra vicina ai 5 miliardi nel 2022. Un colosso italiano, a detta degli analisti, che sarà in grado di poter competere con gruppi come BNP Paribas, Banco Santander, Barclays e Deutsche Bank, solo per citare alcuni tra i più noti istituti di credito del Vecchio Continente.

Risiko bancario, i rumors girano attorno a quattro istituti bancari

Durante l’offerta pubblica lanciata da Banca Intesa, i trader più acuti hanno osservato come i titoli bancari, UBI in primis, siano stati particolarmente scambiati sul MOT e soggetti ad una volatilità tutt’altro che effimera, con variazioni di prezzo piuttosto sensibili anche all’interno della singola seduta di Borsa. Questo trend dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, considerati i numerosi rumors apparsi sulla stampa specializzata.

Quattro istituti, infatti, sono attenzionati dai trader e analisti: Unicredit; Monte dei Paschi di Siena; BPER; Banco BPM. Ed i motivi sono assai diversi fra loro. Nonostante le smentite categoriche da parte di Mustier, amministratore delegato di Unicredit, l’istituto milanese viene visto nel ruolo di predatore per rispondere al “colpo grosso” messo a segno da Intesa con l’acquisizione di UBI.

Il ruolo di preda è rappresentato dalle altre tre banche, anche se nelle ultime settimane – in base a quanto apparso sui media finanziari – Banco BPM viene considerata la più papabile: una fusione che, dimensionalmente parlando, consentirebbe ad Unicredit di “pareggiare i conti” con Intesa. Resta, tuttavia, l’incognita Monte dei Paschi: il Tesoro, dopo averla salvata e sistemato i conti, deve liberarsene entro la fine del prossimo anno.

E BPER, che rileverà un terzo degli sportelli UBI acquisiti da Intesa, acquisendo l’istituto senese potrebbe diventare il perno del terzo polo bancario italiano col placet di Unipol, socio di maggioranza dell’istituto modenese.

Di Elisa

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