Mentre l’Italia non riesce da anni a superare l’immobilismo che da sempre la contraddistingue, gli Stati Uniti, e in particolare il Presidente Obama, cercano di proporre innovazione per creare posti di lavoro e migliorare la qualità della vita della popolazione.
Proprio in quest’ottica Obama ha cercato di sensibilizzare il congresso sull’ energy security trust, un fondo volto all’investimento di 2 miliardi di dollari per l’ innovazione nel campo dell’auto, ma non solo. L’obiettivo del progetto è quello di liberare completamente il trasporto su gomma, sia di merci che di persone, dal petrolio, e calmierare i prezzi del gas, investendo sulla ricerca. Il progetto è stato appoggiato da diverse personalità di tutti gli schieramenti e ora l’America è alla ricerca di scienziati che possano tagliare del tutto il petrolio. Gli Stati Uniti, da quando la politica del fracking ha dato i propri frutti, si sono dimostrati molto più spavaldi nei confronti della lobby del petrolio, dimostrando di essere in grado di condurre il gioco grazie ai progressi verso la totale indipendenza energetica. Il fracking, tuttavia, ha dei costi ambientali notevoli, Obama lo sa, ed è pienamente consapevole che questa nuova corsa all’oro nero non potrà durare in eterno. Il Presidente ha compreso, inoltre, che il mercato dell’auto si sta spostando sempre di più verso auto a basso impatto energetico. Le vendite di mezzi ibridi, infatti, sono raddoppiate e sia General Motors che Ford stanno facendo grossi investimenti in questo campo, salvando o addirittura aumentando i posti di lavoro.
Che l’energia pulita potesse essere trasformata in uno dei migliori business del decennio 2010-2020, era ormai chiaro a tutti, persino ai cinesi, che ad oggi risultano i primi produttori di rinnovabili del mondo, ma non all’Italia, che nonostante abbia “materie prime” in abbondanza, come sole e vento, non ha ancora attuato una politica capillare di autoproduzione di energia elettrica. Se è vero che il nostro paese ha dato qualche piccolo incentivo ai privati per dotarsi di pannelli solari, è anche vero che nel migliore dei casi non sono stati pubblicizzati abbastanza e nel peggiore i fondi sono stati tagliati per essere destinati ad altre voci di spesa, rendendo poco fruttuosa una iniziativa lodevole e importante, anche a livello economico.
La Fiat, dal canto suo, avrebbe potuto ascoltare le esigenze del mercato e pensare di investire d più in modelli di auto meno inquinanti, dotati di tecnologia ibrida, elettrica o ad idrogeno, diventando leader sul mercato.